ALDO MIRIMIN
STORIE DI VITA
- FINE ART PORTRAIT -
STORIE DI VITA
Raccontiamo di voi, della vostra vita, la vostra attività, la vostra famiglia.
Mettiano a vostra disposizione la nostra professionalità e la nostra passione per raccontarvi con le immagini.
C'ERA
UNA VOLTA IL CROSS
Sembra
l'inizio di una favola, invece è una leggenda scritta e vissuta da
ALDO MIRIMIN, che è passata alla storia del cross italiano facendo
il giro del mondo passando dal “Sol Levante”, da cui, nel 2003,
un giornalista sportivo è partito a cercarlo setacciando tutta
l'Europa pur di trovarlo.
Il
sig. Toshimitsu Sato ancora dopo giorni non riusciva a pronunciare il
cognome, storpiandolo in MILIMIN e costringendo Aldo a sillabare
scherzosamente dicendo: “ Mi chiamo MI-RI-MIN!”.
Alla
fine, l'ormai amico Sato San, sulla rivista giapponese Off-Road Bike
Magazine del Giugno 2004, lo dipinge con una pennellata tipica della
poesia haiku: “Vintage Restorer”.
Un
destino segnato dalla nascita avvenuta a Donada, oggi parte di Porto
Viro (RO), nella frazione LE FORNACI.
Con
simili origini cosa poteva approdare a Torino dal delta del Po, se
non un dono del Cielo capace di saldare stornelli sulle moto con cui
vinceva e di forgiare a sua volta nuovi campioni?
Sbarca
nella città sabauda a tredici anni, nel '53, da “alluvionato della
prima goccia”, come lo appella affettuosamente un suo caro amico,
riferendosi alla calamità del Polesine a breve dalla sua partenza
dal Veneto.
Appena
quattordicenne, Aldo Mirimin iniziava sulle piste rudimentali di
Nichelino a scrivere la sua storia a ritmo di motori:
“C'era
un tempo...”,
no,
scusate, c'erano i quattro tempi, motori che hanno scandito la musica
che ha accompagnato le gare di “trial”, “moto scalata”, ”moto
campestre” e “regolarità” (enduro) fino al '71, quando sono
nati i due tempi, che hanno aggiustato il ”tiro” della sinfonia
dei rombi delle fuoristrada fino agli anni 2000, quando sono
ritornati in sorpasso di potenza ecologica i nuovi quattro tempi...
Detta
così sembrano quasi 50 anni volati, ma, “il lungo volo dello
stornello” delle moto Guzzi, come definito sulla rivista
“Motociclismo” in un numero del 2002, ha visto passare molte
vicissitudini durante il suo percorso.
Aldo
Mirimin riesce ad avere la sua prima moto nel '55 in “coppia”
alternata con l'amico fidato Luciano Pittana; iniziano con una Rumi
125, passano ad una Mi-Val 125 con l'iscrizione al Nuovo Moto Club
(N.M.C.) di Torino per poi giungere nel '61 ad una Gilera Giubileo.
Quante
vittorie e soddisfazioni...quanti sacrifici per poter acquistare
queste moto, modificarle, mantenerle...e quante ore di fatiche anche
a tarda sera..., ma il duro lavoro con gli amici, oltre a consolidare
le capacità tecnico-meccaniche, forgia il carattere e salda le
relazioni autentiche portando a formare una vera e propria famiglia
di fratelli nella passione motociclistica.
Oltre
la fratellanza è arrivato ben di più...Se Aldo pensò che lavorando
presso il concessionario Gamba & Dolza avrebbe semplicemente
trovato lavoro e cambiato la moto da corsa con la mitica Guzzi - da
lui poi adattata talmente bene al cross nel '64 da vincerci il
Campionato Regionale - si rese presto conto che avrebbe trovato anche
l'amore e cambiato la sua vita da single, sposandosi con la figlia
del suo titolare, Rosanna Gamba.
Normalmente
le mogli sono viste come le ganasce che frenano i mariti dal seguire
passioni pericolose o comunque tanto impegnative dal sottrarre troppo
tempo alla famiglia, ma con Rosanna, già svezzata a latte ed olio di
motori dal padre fin da piccola, la cosa è stata ben diversa,
ricorda orgoglioso di lei.
Lei
c'è sempre stata, sempre, sia ad aspettare Aldo a casa la sera
quando rientrava soddisfatto quanto unto di grasso e carico degli
sforzi per mettere a punto le moto, sia a ogni fangoso traguardo ad
attenderlo, sia vicino al podio per gioire con lui dei suoi successi.
A trattenerla dall'accompagnarlo alle gare in seguito sarà nel '78
la nascita della figliola Daniela. Questo non le impedirà di
continuare ad essere la parte complementare di Aldo, di sostenerlo
nel suo lavoro da meccanico in officina, affiancandolo come abile
direttrice marketing nell'attività, che pian piano per lui si è
evoluta da meccanico-corridore a preparatore, team-menager e
abilissimo Vintage Restorer, capace di innovare design e maggiorare
le prestazioni delle sue famose “Special” Mirimin.
Con
questi gioielli unici della meccanica hanno anche fieramente
gareggiato i suoi ragazzi con la maglia Scuderia Mirimin N.M.C
Torino, fondata a partire degli anni '70, come si vede in una foto
che ritrae Aldo con sei di loro in divisa a costituire tutti insieme
un team vincente dei “magnifici sette”.
Se
sulla rivista “Motociclismo” le prime moto a quattro tempi sono
state chiamate con il soprannome di “figlie di un CROSS MINORE”,
certamente i campioni, figli motociclistici della Scuderia Mirimin,
non sono stati cresciuti da un “padre minore”, ma da un grande
Aldo Mirimin, sia negli splendidi risultati ottenuti, che nella
misura di un cuore che ha sempre accolto tutti con benevolenza ed
umiltà e con altrettanto grande sorriso, come anche con me da poco
conosciuta, quando gentilmente mi congeda dicendo: “ Ciao bimba,
salutami il babbo!”...anche lui di recente incontro, MERAVIGLIOSO!
NEDA
FANELLI